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Rimossa la rete pericolosa

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rete-0093° PIATTAFORME 2014-2015 – Parzialmente tolta la rete che rendeva pericolose le immersioni.

Ciao a tutti, possiamo ora annunciare che la pericolosa rete, abusiva e priva di identificazione e di regolari segnalazioni, completa di poveri pesci inutilmente morti da diversi giorni, è stata parzialmente rimossa.

Come promesso, vi relazionerò su quanto abbiamo fatto domenica a Torri nell’operazione bonifica rete:

Il giovedi precedente, ci siamo trovati in piscina con tutti i Volontari partecipanti all’intervento programmato per domenica 18-01-2015, venivano quindi scelti otto subacquei, idonei all’operazione e ben motivati ed impazienti di contribuire, cercando il modo migliore per organizzare l’operazione. Per spiegare meglio la situazione, ho realizzato e mostrato a loro, uno schizzo, riproducente una veduta in sezione della posizione della rete e dei rilievi fatti nelle precedenti immersioni, rendendo tutti consapevoli che quello che stavamo pianificando avrebbe potuto essere anche diverso, considerata la possibile variazione dello scenario operativo, per cui ci siamo preparati con alcune alternative al programma, da valutare ed eventualmente adottare sul posto, al variare della situazione o dell’ambiente.

La soluzione scelta e condivisa, è stata quella di procedere dividendoci in tre squadre, la squadra A per la parte operativa in acqua, la B per la parte di sicurezza e per le riprese subacquee, la C per la parte di sicurezza in superfice con l’ausilio della nostra barca dotata di attrezzature subacquee e di superficie per eventuale soccorso o rifornimento di aria, concordando i segnali dal fondo per emergenza o in caso di necessità di rifornimento d’aria, con il lancio di pedagni di diverso colore nonché attrezzata con cime e ganci per il recupero della rete una volta arrivata in superfice, con relativo traino a riva per lo smaltimento.

I tre subacquei della squadra A ed i tre della squadra B una volta partiti si sarebbero ricongiunti sulla piattaforma dei 20 mt,dove, verificata l’autonomia d’aria programmata, si sarebbero dati l’Ok per proseguire verso il punrto di intervento, raggiunto il quale, la squadra B  si sarebbe messa in assetto stabile, a circa 5 mt dalla rete per monitorare e documentare le operazioni, verificandone la sicurezza, pronta ad intervenire se necessario.

La squadra A avrebbe raggiunto la rete, compattandola e chiudendola a sacco con una cima, fissando poi alla stessa due galleggianti e fissando il tutto alla struttura della piattaforma impedendone la brusca e pericolosa eventuale partenza improvvisa verso la superficie prima del taglio completo.

La sicurezza di chi lavorava sotto la rete sarebbe stata garantita da un compagno della squadra stessa che, con apposito attrezzo, avrebbe tenuto sempre a distanza di sicurezza la rete.

Terminato il taglio, con la rete mantenuta ferma dai galleggianti precedentemente posati e vincolata alla struttura della piattaforma, dopo che il gruppo si fosse portato in zona di sicurezza e dopo l’Ok del coordinatore, si sarebbe provveduto a recidere la cima di blocco.

Le operazioni sono così iniziate sul lungolago, con un dettagliato briefing per chiarire bene a tutti i compiti assegnati, aiutati da disegni e schemi chiari e compresibili  per illustrare e memorizzare l’operazione, articolata in sette fasi, spiegando e condividendo con ogni operatore il ruolo ed il compito assegnato, accertandosi che non ci fossero incomprensioni di nessun tipo.

Il segnale concordato della radio ci ha avvisati che la nostra barca “Rana 1” stava uscendo dal porto, che il tempo delle parole era finito e che era giunto il momento di partire.

La visibilità relativamente buona per il lago, ed un debole sole, piacevole, considerata la stagione, ci hanno aiutato nell’avvicinamento al punto di ritrovo, sulla piattaforma dei 20 mt.

Dopo l’Ok, abbiamo proseguito tutti verso la posizione concordata, dove abbiamo trovato la rete, ben aggrovigliata lungo le cime, affondata, in tutta la sua ampiezza, dal fondo, posto a 40 mt fino a pochi metri dalla superficie, minacciosa trappola per pesci e per subacquei non accorti, questa immagine ci ha un po’ inquietato ma non preoccupato, pronti e preparati come eravamo, per eseguire con convinzione le operazioni di recupero completando in modo impeccabile e nei tempi previsti quanto stabilito.

Dopo il taglio, quando tutti i sommozzatori erano a distanza di sicurezza, con un po’ di emozione  abbiamo tagliato l’ultima cima che ancora tratteneva la rete, aggrappata alla struttura della piattaforma come se non volesse più separarsi dalla sua parte inferiore, tuttavia, la spinta dei galleggianti che avevamo in precedenza riempito, scioglievano ogni indugio, trascinado la rete, in un turbinio di bolle e di sospensione, verso la superficie dove, un gruppo di rumorosi gabbiani, era pronto ad attenderla per un ipotetico banchetto.

Finite le operazioni, con evidente soddisfazione ci siamo scambiati l’Ok, cancellando la naturale tensione di un compito impegnativo con un rilassato sorriso che traspariva tra le labbra di tutti, e quindi, sodisfatti del nostro operato, siamo risaliti, per scambiarci,sul molo, i commenti per il risultato ottenuto, raggiunto grazie alla adeguata formazione, professionalità e rispetto dei compiti e ruoli prefissati, uniti ad un indispensabile gioco di squadra, tutti ingredienti necessari per riuscire a realizzare, in sicurezza, operazioni anche complesse o impegnative.

I compiti tuttavia non sono ancora finiti, rimane ancora da rimuovere la parte sottostante dela rete, impigliata verticalmente nella cima tra la piattaforma dei 40 mt e dei 30 mt, giovedi 22-01-2015 convocheremo un nuovo briefing per pianificare le modalità di intervento per togliere la restante parte di rete.

A risentirci … nella 4° – PIATTAFORME 2014-2105 dove vi racconterò cosa si è fatto.

Enzo Nadalini

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